Le sfilate parigine non sono ancora terminate, ma lo scettro del migliore io l'ho già assegnato.
Un po' prevedibile, forse.
D'altronde, lo ammetto, è un'amore di lunga data: solido, costante, una garanzia che ogni volta-però- riserva gradite sorprese.
DRIES VAN NOTEN.
Lo stilista belga mette in scena una collezione che rasenta la perfezione.
E' il maestro degli accostamenti, delle stampe, del gioco sottile tra maschile e femminile, che questa volta diventa protagonista, ma senza confinare nel didascalico stile garçonne.
La dicotomia a lui tanto cara qui raggiunge una sintesi precisa tra il rigore maschile e la leggerezza femminile, tra la classicità dei tagli e la contemporaneità dello styling e degli abbinamenti.
La donna di Dries sembra rubare dal guardaroba del proprio uomo, impadronendosi di capi tipicamente maschili: dai blazer e i cappotti dal taglio maschile, alle camicie, ai pantaloni ampi.
Che vengono alleggeriti, però, da dettagli eterei e maliziosamente femminili: le piume e le frange di ispirazione twentis (applicati su severe gonne a tubo), ricami colorati su blazer e cappotti, caldi maglioni di mohar che scivolano sulle spalle, stampe cangianti.
Tornano i tre pezzi, le gonne portate sopra pantaloni, con una susseguirsi di strati che però non appesantiscono affatto la figura, ma donano alla silhouette una nuova sensualità, piena di carattere e personalità.
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