D'obbligo partire da un parigino di adozione, ma italianissimo. E amatissimo da me, soprattutto dalla "gestione" Chiuri-Piccioli, che hanno portata una ventata di rinnovamento alla storica Maison romana.
VALENTINO, of course.
La coppia di designer dice di essersi ispirata alle donne di fiamminghe di Vermeer, ed è un susseguirsi di pura poesia. Volti delicati, con capelli raccolte in trecce laterali, sono illuminati da colletti bianchi. Il daywear è rigorosamente con gambe in vista, tagli severi e calvinisti, con pizzi che sbucano su colli e tasche.
Il nero monacale vira al celeberrimo rosso Valentino: little red dress pieni di carattere.
Torna il "cut" a petalo, in sobri spolverini e in abitini neri con inserti sheer, e in abiti dagli accostamenti cromatici insoliti e raffinatissimi
Tanto il blu, sotto forma di pizzo, macramè, decoro floreale: e in alcuni abiti sembra di rivedere delle porcellane o dei wallpaper damascati.
La pelliccia sembra la stola di ermellino di una sovrana d'altri tempi, il rosso il bianco e il nero danno origine a capolavori di stile e lusso.
Per la sera si torna al lungo: abiti candidi e accollatissimi, ma resi sensuali da pizzi e ricami.
Oppure una moderna Grimilde in severi total black.
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